Questa domanda soggettiva ha trovato risposte scientifiche che solo di recente, attraverso studi di anatomia-estetica, hanno evidenziato che non è l’età, la razza, il colore della pelle a darci la sensazione di bellezza ma una proporzione.
Quella che fin dall’antichità veniva definita come “divina proporzione” o “Sezione Aurea” dagli antichi artisti. Se il viso di una persona ha le proporzioni auree allora sarà percepito come “bello”, e sono misure che valgono sia per gli uomini che per le donne. Nefertiti, circa 1350 a.c., è considerata la più bella donna di quel tempo (o dei suoi tempi) e questo conferma che il concetto di bellezza trascende il 2000, tempo in cui ci troviamo.
Ciò che era bello 5000 anni fa ha le stesse caratteristiche di bello di oggi!
Se consideriamo, poi, le infinite varianti di colore, forme e soprattutto di espressione, ci rendiamo conto che ogni viso è UNICO, ma anche che un bel viso può apparire non bello. Basta pensare che un soggetto con un’espressione arrabbiata a volte appare sicuramente meno gradevole di un altro che ha un atteggiamento sorridente e vivo. Personalmente credo che modificare le proprie sembianze per ricercare la perfezione sia meno utile che apportare minimi cambiamenti che ci possono far sentire meglio e quindi più contenti.
Ecco, quindi che la ricerca della bellezza è qualcosa di personale in grado di farci stare bene con noi stessi, migliorando l’aspetto e di conseguenza l’autostima!!
Gli altri ci vedranno sicuramente più belli, e l’aiuto estetico è il mezzo e non il fine.